Percorso di conoscenza delle religioni attraverso la lettura dei testi sacri
Pubblichiamo un articolo di Mustafà Cenap Aydin, coordinatore di Scriptural Reasonig, un progetto mirato al dialogo interreligioso che coinvolge anche Beth Hillel Roma
Scriptural Reasoning è un metodo, una pratica del dialogo interreligioso attraverso la lettura dei diversi testi sacri. Nasce negli anni Novanta negli Stati Uniti, dove per la prima volta alcuni ebrei docenti di filosofia ebraica coinvolsero anche professori ebrei di letteratura rabbinica per leggere insieme e approfondire i testi sacri. Successivamente verranno coinvolti alcuni teologi cristiani per affrontare con lo stesso metodo il “Nuovo Testamento” e si aggiungeranno musulmani per l’esegesi del testo coranico. Tra i primi promotori ci saranno Peter Ochs, Michael Signer, Rowan Williams, David Ford, Daniel Weiss, tutti americani e inglesi. Oggi questa pratica è promossa dall’Università di Cambridge in seno alla cattedra Cambridge Interfaith Programme, programma del dialogo interreligioso.
Scriptural Reasoning è giunto in Italia nel maggio 2015, attraverso un seminario organizzato proprio dalla Cambridge Interfaith Programme, svoltosi a Nemi presso Casa dei Verbiti. Nel corso di questo seminario erano presenti diversi esponenti del mondo del dialogo interrreligioso cristiani, ebrei e musulmani e sono stati incoraggiati ad organizzare il metodo anche sul territorio romano. Il primo incontro avvenuto a Roma il 15 dicembre 2015, co-organizzato da Religions for Peace Italia, Beth Hillel Roma, Convivio, associazione studentesca questa fondata dagli studenti laureati del dipartimento storico religioso dell’Università di Roma La Sapienza e l’Istituto Tevere, centro pro-dialogo. Negli anni si sono aggiunte altre associazioni, sempre nel campo del dialogo inter-religioso, con un percorso itinerante presso le sedi dell’Istituto Tevere, del MAGIS, della Chiesa Valdese, del Centro Astalli, di Casa Scalabrini o in alcuni conventi. Nell’affrontare i rispettivi testi ogni partecipante deve attenersi alla “regole d’oro”, ovvero come comportarsi nel rispetto reciproco in virtù del fatto che è un’occasione per conoscersi: non è una lectio divina, non è un midrash, non è un tafsir, non si chiede dunque un commento o un’interpretazione o un’esegesi a livello accademico. Ma di attenersi ai testi selezionati nei propri commenti, ascoltare attentamente gli altri partecipanti, lasciare spazio e tempo a tutti di esprimersi, di evitare generalizzazioni del tipo “i cristiani pensano che…” ma parlare in prima persona (“io credo che…”), non aspettarsi di essere tutti d’accordo ma gioire nel vedere la ricchezza delle differenze, nello spirito del progetto, si chiede inoltre di evitare di parlare o bisbigliare con il proprio vicino. Infine, Scriptural Reasoning non è una discussione sulla veridicità del proprio credo, ma piuttosto un momento di confronto e condivisione per poter crescere nella conoscenza e nel rispetto reciproco. Si concorda un tema, dunque, e il referente di ogni fede sceglie il testo che verrà letto e condiviso con i presenti all’incontro. Si inizia quasi sempre con un’introduzione del perché si è scelto quel determinato testo rispetto al tema. Il livello di comprensione del contenuto è sempre accessibile, sicuramente erudito ma con un approccio di possibilità a più livelli, così da poter tutti condividere il sentimento del momento. Ogni lettura e riflessione condivisa dura circa mezz’ora. Attualmente le associazioni coinvolte nel progetto Scriptural Reasoning sono Religions for Peace Italia, Beth Hillel Roma, Istituto Tevere, Amici di Deir Mar Musa e Figli di Abramo.
Mustafà Cenap Aydin, coordinatore del progetto Scriptural Reasoning
1 Comment
Flavia Tassellari
Ho sentito parlare di voi su Radio Radicale-rubrica del direttore ‘Shalom’, mi ha incuriosito e ho cercato notizie; e mi piacerebbe averne ancora..